Dal giorno della Festa del lavoro stop
della pubblicità su Rai YoYo
«Vi do una grande notizia: dal 1°
maggio 2016 su Rai YoYo non ci sarà mai più la pubblicità. I
bambini non saranno più bombardati da spot pubblicitari. Una tv
pubblica deve tutelare le persone partendo proprio dai più piccoli.
A essere eliminata sarà anche la pubblicità nei canali culturali
Rai 5 e Rai Storia. Avanti così!».
E’ proprio con le parole del
presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico,
esponente del movimento 5 stelle, che ci arriva questa notizia
relativa alla cancellazione della pubblicità da alcuni canali
televisivi dedicati al mondo dell’infanzia con l’aggiunta di
altri canali che trattano il genere culturale.
Il messaggio sopra citato, è stati
infatti pubblicato sulla pagina Facebook dello stesso Fico, e risulta
essere una soddisfacente vittoria in merito alla proposta di abolire
in maniera definitiva qualsiasi forma di pubblicità in special modo
nei canali di intrattenimento per bambini.
Dal 1 maggio 2016, festa del lavoro |
Essendo i reali utilizzatori, i
bambini venivano in continuazione bombardati da messaggi promozionali
che sponsorizzavano diversi prodotti specifici sempre correlai alla
loro fascia d’età, facendoli così “innamorare” di uno o più
giochi, naturalmente esaltati nelle loro caratteristiche dalla
specifica pubblicità.
Con la notizia dell’abolizione
della stessa, si spera di essere adesso arrivati ad un grado di
normalità che per altri Paesi europei era invece una regola da
tempo.
Festa del lavoro occasione perfetta per chiudere con il passato ?
Vediamo di seguito la disciplina degli altri paesi dell'Unione Europea
In Francia ad esempio, una specifica
riforma ha imposto a partire dal 2009 uno stop definitivo agli spot
pubblicitari, che già prima della stessa riforma erano previsti solo
ed esclusivamente durante le normali interruzioni dei programmi.
In Germania invece, gli spot
pubblicitari possono essere trasmessi solo sui canali pubblici ed in
una specifica fascia oraria che va dalle 17.00 alle 20.00 e per un
massimo di venti minuti complessivi al giorno.
Diversa è invece la situazione in
Gran Bretagna, dove gli spot pubblicitari non sono ammessi
all’interno dei canali nazionali, cosa che invece è lecita in
tutti quei canali a diffusione estera.
In Spagna invece, una rete è
finanziata per il 50% da fondi pubblici mentre per il rimanente i
soldi vengono presi dal ricavato dalle compagnie telefoniche, delle
televisioni private e delle pay-tv.
Per quanto riguarda invece la
Danimarca, la Finlandia, la Svezia e la Norvegia, la situazione è
del tutto diversa, infatti non vi è la trasmissione di nessuna
tipologia di spot pubblicitari.
Tante
situazioni quindi già preesistenti, a cui da oggi va a sommarsi
anche quella del nostro Paese.
Una decisione che avrà certamente
delle conseguenze positive a partire dai reali utenti di detti
canali, ovvero i piccolissimi, ed a seguire tra gli adulti intesi
come gli stessi genitori.
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