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martedì 9 gennaio 2024

i lavori più strani del mondo

Aspettando la festa del lavoro, i lavori più strani del mondo: li conoscevi?

Si dice sempre che il lavoro è lavoro, a prescindere da tutto, e che fare qualcosa è sempre meglio di fare niente. Ma esistono però dei lavori che sono davvero strani, e che probabilmente non tutti sarebbero disposti a fare.

Certo, c'è da applaudire alla fantasia di coloro che davvero si prestino a questi tipi di lavori, senz'altro sono molto particolari e forse anche ben retribuiti.

Uno dei più curiosi è l'ospite dei funerali. Frutto di una tradizione del Taiwan, questa figura si occupa di recarsi personalmente ai funerali di alcune persone su richiesta della famiglia, e quindi si dispera, piange, e intona canti funebri in onore del defunto che, è inutile dirlo, non ha neppure mai conosciuto. Questa tradizione costa cara e quindi è riservata solamente alle famiglie più ricche.

E avete mai pensato, sempre per restare nella tradizione orientale, al lavoro di coloro che scrivono i biglietti dei biscotti della fortuna? Certo, si tratta di una grande responsabilità.

festa del lavoro : I lavori più strani
festa del lavoro : I lavori più strani
L'autostoppista: non è un lavoro, direte, e invece in alcune zone del mondo sì. Queste persone si fanno pagare per spiegare agli automobilisti tutte le scorciatoie più veloci e le strade migliori per raggiungere la loro destinazione.

Se amate gli spuntini, allora fate gli assaggiatori di patatine fritte! Loro compito è controllare la croccantezza ed il sapore delle patate a campione, in modo da garantire gli standard. Stipendio medio negli USA: 35mila dollari. Niente male!

Certo va meglio a coloro che facciano i dormitori di professione, offrendosi come "cavie" per gli esperimenti sul sonno (materia della quale sappiamo ancora molto poco) e poi dormono tranquillamente mentre vengono monitorati.

Se invece cercate un lavoro nelle zone esotiche, perché non offrirvi come controllori delle noci di cocco? Vostro compito sarà controllare che le noci non diventino troppo pesanti e non cadano in testa ai turisti. 

Per i più riflessivi potrebbe essere un'occasione fare colui che aspetta che la vernice si asciughi, e nel frattempo controlla gli standard della vernice stessa. Molto lento come lavoro.

Non indicato per gli animalisti il controllo del sesso dei pulcini, sapendo che dopo i poveri pulcini maschi sono destinati a fare una brutta fine. 

Molto gelido invece il lavoro di trasportatore di iceberg, che deve sostanzialmente controllare che il ghiaccio non vada alla deriva mettendo a rischio le imbarcazioni di passaggio.

Se siete disoccupati e la festa del lavoro incombe, ora non avete più scuse per una nuova professione !!

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domenica 13 marzo 2016

Monfalcone festeggia il lavoro con nove licenziamenti

Come festeggiare il giorno del lavoro? Licenziando nove dipendenti! 


Questo è quello che è stato annunciato a Monfalcone, in Friuli Venezia Giulia, quando il primo maggio verranno lasciati a casa nove dipendenti, proprio nel giorno dell’anno che si festeggia il lavoro in Italia. 

A annunciarlo è stata la Compagnia portuale, che costretta alla ristrutturazione avrebbe preso decisione di questi tagli : il motivo? 
Non appesantire i troppi costi della produzione e proprio dal primo maggio si fermerà così la gestione in proprio della manovra ferroviaria, con l’ingresso di una nuova impresa dopo il bando della Regione Friuli Venezia Giulia sulla situazione del gestore unico e sulla strada come si temeva restano così i primi lavoratori specializzati.

Monfalcone festeggia il lavoro con nove licenziamenti
Monfalcone festa del lavoro con nove licenziamenti

Tutto questo è una vera e propria beffa per i lavoratori tagliati, visto che i traffici erano tornati ai livelli di otto anni fa, con oltre 4 milioni di tonnellate, ma con l’impresa che ha voluto dire stop al contratto di lavoro dopo che diversi propri operai erano appena usciti dalla cassa integrazioni : un’atroce beffa per loro. 

In Italia purtroppo la situazione è sempre più in crisi, sotto l’aspetto del lavoro, con operai (soprattutto quelli con famiglia) che vengono lasciati a casa senza scrupoli da un momento all’altro. Questo accadrà tra poco meni di due mesi anche a Monfalcone

La Compagnia portuale però non si limita ad annunciare la propria riduzione del personale, e tramite il Presidente Riccardo Scaramelli e l’Amministratore Delegato dell’azienda Andrea Valentinuzzi, ha fatto intendere in una nota dettagliata e ben precisa inviata ai vari sindacati, Confindustria e Regione Friuli Venezia Giulia, lancia accuse importanti. 

E’ lo stesso numero uno dell’azienda, Scaramelli a scrivere che la sua impresa ha fino ad oggi impegnato dei lavoratori a coprire un servizio pubblico per riuscire di garantire al meglio la manovra ferroviaria ed ora che è stato fatto un bando con l’entrata di questa nuova azienda, è stata tolta la clausola per la salvaguardia dei lavoratori, costringendo a mandare in mobilità dei dipendenti anche affidabili e che il loro mestiere lo sanno fare bene. 

La Compagnia ferroviaria ha anche accusato che la Regione Friuli Venezia Giulia, ha approvato e consentito un nuovo operatore portuale e inoltre si legge che a breve termineranno anche i lavori di dragaggio del canale di accesso presso Porto Nogaro, realizzati dalla stessa Regione a scapito proprio di Monfalcone : una situazione caotica, dove a pagare le conseguenze sono i poveri onesti lavoratori con famiglia.

Luca F. 
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sabato 13 febbraio 2016

Aspettando la festa del lavoro : la disoccupazione in Italia

festa del lavoro : la reale situazione della disoccupazione in Italia

La disoccupazione, come è noto, è uno dei più gravi problemi che l'Italia debba affrontare.

Mancano milioni di posti di lavoro, specie fra i più giovani e anche fra coloro che, a 40 anni, si siano trovati senza lavoro e fatichino a farsi riassumere. Diventa difficile anche per coloro che hanno investito denaro in studi e lauree poter trovare un'occupazione anche solamente dignitosa.

Insomma, al di là dei lauti festeggiamenti del governo, il problema della disoccupazione in Italia resta uno dei più pungenti e tragici della nazione.

Festa del lavoro e disoccupazione
Festa del lavoro e disoccupazione

I dati dell'ISTAT parlano chiaro, spietati ma lucidi. Almeno 7 milioni di posti di lavoro mancanti, i giovani disoccupati a settembre del 2015 regredivano del -2,2% ma al contempo diminuiva anche la stima degli occupati fra i 15 ed i 24 anni: c'è poco da festeggiare, quindi, i giovani rimangono in una situazione assai precaria dal punto di vista lavorativo.

Cresce la sfiducia sia fra i laureati che non, e sempre più ragazzi si chiedono se abbia davvero un senso impiegare soldi ed energie ed anni di vita nei percorsi universitari per poi trovarsi a vent'anni, con una laurea e senza un lavoro. Fra l'altro i laureati fanno fatica a trovare mansioni al livello della loro istruzione.

Il numero di giovani inattivi cresce ad un ritmo di +0,5 al mese, il PIL cala, le manovre di decontribuzione sono costate alla collettività circa 12 miliardi di euro.

E adesso? 

Vale la pena di festeggiare ancora una festa del lavoro ?

La vera domanda è se il governo sia in grado di far fronte ad un'emergenza che non ha più bisogno di palliativi o di zuccherini, ma che deve essere presa in considerazione con la serietà che merita, se si vuole evitare che un'intera generazione di ventenni migri all'estero a cercare una speranza che qui gli è ormai preclusa.


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domenica 7 febbraio 2016

festa del lavoro e jobs act, primo maggio 2016

festa del lavoro e Jobs Act


La festa del lavoro non è solo un giorno di celebrazioni per ricordare le battaglie operaie del passato. Lotte che hanno portato a far ottenere maggiori diritti agli operai e importanti tutele, ma è senza dubbio qualcosa di più. 

Vale la pena ricordare perché fu scelta questa data. Si riferisce al 1° maggio del 1886 quando, in occasione di uno sciopero negli Stati Uniti, per ottenere migliorare condizioni lavorative degli operai, la manifestazione si tramutò in una battaglia in cui morirono 11 persone. 

jobs act e festa del lavoro
jobs act e festa del lavoro
In quell’epoca si lavorava duramente, fino anche a 16 ore al giorno, in condizioni quasi disumane, tanto da morire sul luogo di lavoro con relativa facilità. Ovviamente la situazione è totalmente cambiata ma questa festa del lavoro rimane pur sempre un’occasione ideale per fare un’analisi della situazione operaia nel momento in cui stiamo vivendo. 

Soprattutto oggi, infatti, assume un valore ancora maggiore, considerando il rischio che stiamo correndo di fare un passo indietro, tornando a vivere nel mondo del lavoro con sempre meno tutele. 

Jobs Act e diritti dei lavoratori


La legge nota come Jobs Act, da più parti criticata, è al centro di continue polemiche, prevedendo soluzioni che non sembrano affatto andare dalla parte dei lavoratori. 

Il governo l’ha varata sostenendo che le disposizioni dovrebbero migliorare il mercato del lavoro, mentre la categoria in questione teme che invece possa solo produrre una minore difesa del posto di lavoro, tornando ad essere in balìa, come in passato, dei desideri e delle sole esigenze del datore di lavoro. 

La questione principale riguarda le norme sul licenziamento, ovvero la possibilità di non tenere conto dell’articolo 18, quello che tutela il lavoratore dal licenziamento ingiustificato, in quanto per i lavoratori assunti dopo l’entrata in vigore dei decreti legislativi 22 e 23 (sul superamento dell’art. 18, sul demansionamento, sugli ammortizzatori sociali e sul contratto a tutele crescenti) non sarà più applicabile quella tutela, che, dunque, negli anni verrà persa del tutto. 

Si tratta, tuttavia, di una questione in continuo divenire, e non appare, a dire il vero, che possa cambiare in favore dei lavoratori. 

Disoccupazione crescente


Anzi, le recenti azioni sembrano più orientate a far diminuire sulla carta i numeri della disoccupazione più che nella realtà. Per esempio, l’ultima novità nel merito riguarda la riduzione delle potenzialità dei centri per l’impiego, che sono proprio quelli che dovrebbero avere maggiormente il conto della situazione. 

Fino a poco tempo fa per ottenere le prestazioni sociali bisognava essere iscritti alle liste di collocamento come disoccupati, ora non occorre più, basta un’autocertificazione ed è prevedibile che non avendo più l’obbligo di farlo, molti non si rivolgeranno ai centri per l’impiego. 

Sembrerà allora che i disoccupati in cerca di un’occupazione siano meno del passato ma non sarà affatto così. La disoccupazione non sarà calata, sarà solo più sommersa.
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martedì 2 febbraio 2016

il lavoro minorile in Italia

festa del lavoro : il lavoro minorile in Italia cosa ci dicono le inchieste

La situazione del lavoro minorile in Italia potrebbe non essere rosea come ci viene solitamente descritta o come ce la immaginiamo. I dati inquietanti che gettano luce su questo fenomeno, che non è estirpato come si crede, sono dati dall'associazione internazionale Save The Children e da Ilo, "Organizzazione Internazionale del Lavoro" dell'ONU.

Tiziano Ferro, festa del lavoro e il lavoro minorile in Italia
Tiziano Ferro, festa del lavoro e il lavoro minorile in Italia

Sarebbero ben 340 mila solo in Italia i bambini costretti a lavorare, la maggior parte ragazzi di 16 anni che sono stati obbligati a lasciare la scuola e le prospettive di studio. Almeno 30mila impiegati in attività pericolose sia per le loro condizioni di salute che per la loro sicurezza.

Qual'è la situazione in attesa della festa del lavoro ?

Con un tasso di dispersione scolastica alle stelle, il 18,2%, l'Italia conosce bene il problema dell'abbandono degli studi ed infatti la maggior parte dei bambini risultati dall'inchiesta "Game Over" è proprio nella fascia adolescenziale. Sempre più ragazzini avviati al lavoro, anche se la legge parla chiaro: il limite è quello di sedici anni, per iniziare a lavorare.

festa del lavoro , lavoro minorile
Lavoro minorile e festa del lavoro

C'è bisogno di intervenire, ed in maniera concreta, per farla finita con questa situazione invisibile che prosegue grazie anche all'abbandono scolastico. 

Servono più interventi di sostegno alle famiglie fragili, le prime ad incoraggiare i ragazzi a lasciare la scuola dopo il diploma di terza media.

Un bambino su dieci, ci dicono le indagini, è impiegato in attività veramente dannose; 28mila si vedono negati il diritto allo studio, al riposo, al divertimento: ad essere bambini, in poche parole. 

Lavoro notturno, accattonaggio, fabbriche illegali ed improvvisate: e spesso e volentieri è la famiglia che nasconde in seno questi fenomeni, circa il 44% dei bambini lavoratori infatti è impiegato in attività di condizione familiare.

Nell'artigianato, nella ristorazione, nelle campagne, nelle fabbriche: dati preoccupanti quelli che mostrano la distribuzione di questi schiavi-bambini, e che peggiorano al di fuori del panorama italiano.

Approfondimento sull'attività di "Save The Children": Save The Children, attività in Italia a tutela dei minori


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