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venerdì 9 dicembre 2016

Riforma del collocamento, lavoro e Anpal

Anpal, con la vittoria del No al referendum cambia molto


La riforma del collocamento voluta con la nascita dell’Anpal è ridimensionata dal successo del No al referendum. Ecco cosa ne pensa Maurizio Del Conte, alla guida della nuova Agenzia

La vittoria del No al referendum comporta molte conseguenze e tra queste rischia anche di rallentare in parte se non del tutto uno dei capitoli più importanti nella riforma del Jobs Act, quello legato all’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro)

Nelle intenzioni del governo c’era quella di centralizzare la ricerca del lavoro per i disoccupati nel nuovo Ente sgravando così le Regioni, mentre adesso le competenze saranno divise e chi rischia di rimetterci sono soltanto i soggetti che invece avrebbero bisogno di una mano.

Lo sottolinea anche Maurizio Del Conte, voluto da Matteo Renzi per guidare la nuova Agenzia. Intervistato dal quotidiano ‘La Repubblica’ ammette che la riforma così sarà solo a metà perché tutte le competenze dovevano tornare in capo allo Stato e invece resteranno in parte anche alle Regioni.

festa del lavoro e anpal


E non è tutto: “La vittoria del No crea una serie di problemi, primi fra tutti il destino del personale dei centri per l'impiego e i poteri operativi della mia agenzia. Entro Natale partirà la sperimentazione dell'assegno di ricollocazione, con le prime lettere inviate ai disoccupati. Spero che il nuovo governo non faccia passi indietro”.

Secondo Del Conte comunque quello che è stato impostati fino ad oggi a cominciare proprio dall’assegno non potrà essere cancellato, anche perché rispetta perfettamente la Costituzione e concordato con le Regioni: “Sono loro che ci segnalano quali centri per l'impiego sono pronti, con loro abbiamo definito la piattaforma informativa e le modalità di accreditamento dei soggetti privati che possono formare i disoccupati”.

Uno dei punti fondamentali dell’Anpal era quello di uniformare in tutta Italia le politiche attive per la ricollocazione dei lavoratori, mentre così ogni territorio continuerà a fare quello che aveva già impostato, con le differenze che quindi rimarranno tali. Del Conte però è convinto che la funzione di coordinamento dell’Anpal rimarrà invariata definendo così per la prima volta standard minimi di servizio univoci in tutta Italia.

E ora? Toccherà al nuovo governo trovare effettivamente i fondi e non affossare il progetto che era stato delineato con la riforma, Ma sarà veramente così? 

“È sempre possibile – conclude Del Conte - che un nuovo esecutivo o un nuovo parlamento ci taglino i fondi. Ma spero non avvenga, perché andrebbe contro la tendenza europea di passare dalle politiche passive a quelle attive per il lavoro, definendole a livello nazionale”.
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domenica 20 marzo 2016

Generazione Voucher, non sempre il lavoro è una festa

Generazione Voucher, l'abuso dei buoni lavoro nel mondo lavorativo


Con l'avvicinarsi della festa del lavoro vogliamo soffermarci su un aspetto spesso sottovalutato dello sfruttamento lavorativo. Lo stesso governo, preso atto del problema, ha in cantiere nuove misure per cominciare a contrastare l’abuso del ricorso ai cd. “buoni lavoro” per la retribuzione del lavoro accessorio o occasionale (ma che spesso di occasionale non ha nulla trattandosi di rapporti lavorativi palesemente stabili).

Misure che sono scattate dopo che il Ministero del Lavoro si è reso conto attraverso i dati statistici di una crescita annuale dell’uso degli stessi del ben 66%. Tanto che si può dire di essere passati dalla Generazione 1000 euro (noto film italiano risalente al 2009 con la partecipazione di Paolo Villaggio, Francesco Mandelli e Alessandro Tiberi) alla Generazione Voucher, precari e sottopagati.

Generazione Voucher, non sempre il lavoro è una festa
Generazione Voucher, non sempre il lavoro è una festa

Prima tra tutte è la possibile tracciabilità degli stessi voucher prima dell'inizio della prestazione lavorativa come è stato annunciato il 16 marzo da Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro. 

Misura che coincide anche al freno rilevato dall’Inps in merito alle assunzioni nel mese di gennaio.
Ben il 52% in meno in merito alle assunzioni, dato che corrisponde alle assunzioni in generale al netto delle cessazioni, come dichiara sempre lo stesso Ministro, mentre sarebbe del 58% per le assunzioni a tempo indeterminato.

Un calo di assunzioni prevedibile, afferma ancora Poletti, che sta ad indicare come gli sgravi hanno avuto un effetto distorsivo nel mercato del lavoro, il cui destino sarà quello di avvicinarsi sempre più all’andamento del Pil.

E’ facile notare come, se si guardi nello specifico alle assunzioni del gennaio 2014, anno in cui ancora non vigeva la decontribuzione, si sono aggirate introno alle 156.000, numerico che corrisponderebbe a ben il 50% in più rispetto a quelle del gennaio corrente anno.
Facendo quindi una panoramica a ritroso, è chiaro che gli effetti dell’attenuazione della decontribuzione, scesa del ben 40%, cominciano a farsi notare.

Scendendo invece nello specifico a capire quali siano i tratti salienti di un'altra componente del mercato del lavoro, ovvero quella relativa ai voucher, conosciuti anche come “buoni lavoro”, come affermato dal Cesare Damiano, ex-ministro del Lavoro, a partire dal 2008, anno in cui si iniziarono ad utilizzare gli stessi, il numerico utilizzato fu di ben 500.000.

Andando avanti nel tempo, solo nello scorso anno invece ne sono stati utilizzati 115 milioni di Voucher, cifra che per il solo gennaio corrente anno si aggira intorno ai 9 milioni.



Un vero e proprio boom quindi, che fa luce sull'aspetto legato al lavoro nero.

Ecco che a tal proposito, il governo ha avviato una vera e propria indagine, al fine di comprendere chiaramente la natura di questo abuso, mentre l’Inps si sta occupando di studiare bene il fenomeno.

Sarà quindi nel mese di maggio, che grazie ai primi decreti del Jobs Act, dovrebbe avere inizio la tracciabilità degli stessi voucher, che prevede per le imprese l’obbligo di comunicare via telematica, o ancora via sms, l’utilizzo del voucher in questione.

Ricordiamo che i voucher, furono introdotti nel 2003 grazie alla “legge Biagi”, ed il loro utilizzo era destinato a lavori extra, quali giardinaggio, manutenzione ecc, per i giovani al di sotto del 25° anno di età, utilizzo che invece è stato nettamente allargato nel 2012 con la “legge Fornero”.

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